Anno europeo 2010 delle Chiese per i migranti

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ROMA, 24 febbraio 2010 -La Conferenza delle Chiese Europee (KEK), organismo che raccoglie granparte delle chiese protestanti e ortodosse appartenenti al territorioeuropeo orientale e occidentale, ha proposto di proclamare l’anno incorso “Anno europeo 2010 delle Chiese per i migranti”.La scorsa Assemblea della Federazione delle Chiese Evangeliche hadedicato una sessione al lancio di questa iniziativa e anche ilComitato Esecutivo dell’UCEBI ha formalmente aderito alla propostanella prima seduta dell’anno.

La direttrice del Servizio Rifugiati e Migranti della FCEI, FrancaDi Lecce, all’indomani della decisione dell’organismo ecumenicoeuropeo, aveva dichiarato: “Le chiese hanno scelto di dedicare il2010 - Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale -alle migrazioni che oggi sono una lente di ingrandimento attraverso cuiguardare le grandi trasformazioni delle società contemporanee. E allostesso tempo sono una grande opportunità ecumenica per le nostrechiese: la costruzione di uno spazio di pace e di riconciliazione, dovela diversità non è motivo di esclusione ma un'opportunità per lacrescita reciproca”.

In passato molte volte abbiamo come Chiese denunciato il clima dicrescente intolleranza razziale nel nostro paese e di complici silenziverso le ormai frequenti violazioni dei diritti inalienabili di moltifra gli stranieri che vengono a vivere in Italia, siano essi immigratiin possesso di permesso di soggiorno oppure no. Abbiamo lanciato ungrido d’allarme all’indomani del varo del pacchetto sicurezza e in unacircolare specifica abbiamo indicato a tutte le chiese delle lineeguida che ci aiutassero a coordinare le nostre azioni di resistenzaalla discriminazione dei migranti, rifugiati o richiedenti asilo.Abbiamo dichiarato che nessun essere umano è clandestino se non colui,italiano o straniero, che intenda nell’ombra nascondere i propricrimini.

Dallo scorso settembre ad oggi, come prevedevamo, le cose sonopeggiorate di molto. Il reato di clandestinità sta portando il sistemacarcerario al collasso e moltiplicando episodi anche paradossali dicriminalizzazione di persone oneste e lavoratrici. Solo il mal temposta limitando in queste settimane le traversate del Mediterraneo dipersone in fuga dall’Africa, ma finché è stato possibile partire sisono moltiplicati anche gli indiscriminati respingimenti in mare versola Libia senza alcuna tutela, condannando a sofferenze indicibilipersone già grandemente provate.

La rivolta di Rosarno ha drammaticamente messo a nudo quanto lacondizione di lavoratore migrante sia esposta ad ogni sorta di soprusoe sfruttamento, anche ad opera della criminalità organizzata. Le nostrechiese calabresi e siciliane conoscevano e avevano denunciato lecondizioni di degrado in cui tali lavoratori vivevano e hanno espressoa questi lavoratori la loro solidarietà prima e dopo i tragici fatti dicronaca.

I gravi episodi di guerriglia urbana di qualche giorno fa a Milanohanno messo in luce la carenza assoluta di politiche di integrazioneanche nelle ricche metropoli del nord.

I continui sgombri di campi Rom, anche violenti e improvvisi, inpieno inverno e spesso a spese di bambini e gente poverissima, senzapredisporre alcuna alternativa abitativa, come è avvenuto recentementea Firenze, stanno dimostrando l’assoluta mancanza della volontà diaffrontare i problemi umanitari salvaguardando la dignità di tutti.

Nelle situazioni citate e in molte altre che non sono riportate daigiornali, le nostre chiese sono state e sono presenti. Sono coinvoltenell’opera di denuncia delle ingiustizie, ma anche in prassi positivedi accoglienza, liberazione e sostegno: scuole di italiano, attività disolidarietà sociali, assistenza legale, aiuto pratico per risolverequestioni abitative o di ricerca di lavoro, sono soltanto alcuni fra imodi che le chiese hanno scelto per accogliere e difendere i dirittidei migranti. Inoltre, come è noto, quasi tutte le nostre chieseospitano altre chiese formate da immigrati di prima generazione. Alcunefra queste entrano poi anche formalmente in comunione con leassociazioni battiste regionali o scelgono di convenzionarsi conl’Unione.

L’anno 2010, come anno europeo delle chiese per i migranti, non citrova dunque impreparati e può rappresentare per tutte le nostre chieseun’ulteriore occasione di testimonianza, anche ecumenica, di amiciziaverso chi, proveniente da paesi lontani e sconosciuti, viene ad abitarecon noi. Ascoltiamo dunque le loro storie e facciamole conoscere,prendiamo posizione al loro fianco contro i soprusi e le ingiustiziesenza timore, anche se questo dovesse costarci. Impegniamoci nei fatti,contrastiamo la corrente, vinciamo l’indifferenza. Stiamo attenti:anche noi potremmo assuefarci e arrivare a considerare “normale” ladisuguaglianza e il quotidiano razzismo.

Come comitato esecutivo siamo impegnati a celebrare questo annodando ancora maggiore visibilità al nostro impegno. Stiamo mettendo apunto alcune iniziative anche a carattere nazionale, delle quali atempo debito informeremo tutti voi e nelle quali coinvolgeremoovviamente tutte le chiese.

Sull’argomento è stato recentemente pubblicato come supplemento del settimanale Riforma il Dossier: “Dopo Rosarno. Immigrazione, diritti, democrazia”, curato dalla Federazione delle Chiese Evangeliche che può anche essere richiesto alla redazione ( Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ).

E’ inoltre opportuno ricordare l’importante ruolo di consulenza delServizio Rifugiati e Migranti della FCEI, il recente potenziamentodella commissione federativa Essere Chiesa Insieme e il lavoro di formazione e di raccordo svolto dal Dipartimento per le Chiese Internazionali dell’UCEBI.

Alla Commissione delle Chiese per i migranti in Europa (commissionedella KEK) può essere richiesto un calendario intitolato “Migration2010” scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Informazioni su questo tema sono reperibili sul sito: www.migration2010.eu