la croce nelle scuole e sulla bandiera

Condividi questo articolo

La croce è un simbolo e un simbolo di enorme rilevanza e come tale esprime aspetti profondi di tante culture in cui il cristianesimo ha giocato un ruolo fondamentale. Ma una cosa è la presenza di un simbolo  depositato nell’arte, nell’iconografia, nelle nostre chiese, sugli edifici storici delle nostre città, nei racconti che la richiamano nei gesti delle nostre preghiere, altra cosa è imporre un simbolo negli edifici pubblici. La prima cosa riguarda la cultura, la seconda riguarda la politica. La prima è iscritta indelebilmente e incancellabilmente nella nostra memoria culturale, l’altra dipende dalle decisioni di un partito politico, di una legge, è opera massificante di una circolare ministeriale. Soprattutto, è frutto delle decisioni di chi detiene il potere pro-tempore.

Non si crea cultura profonda e unificante con decisioni imposte dall’alto di un potere politico, che magari compie questo atto per ottenere un sostegno in più da gerarchie ecclesiastiche che a loro volta hanno bisogno di un sostegno politico.

La croce di Cristo è un simbolo che non ha bisogno di sostegno politico. Gesù è stato messo a morte dai romani con il supplizio della croce che era segno d’infamia. La fede cristiana si è affermata a partire da una sconfitta simbolizzata dalla croce, senza sostegno politico. Pretendere oggi che la croce si affermi mediante il sostegno di una decisione politica è grottesco ed è in radicale contrasto con il messaggio di Gesù. La fede cristiana ha vinto perché Gesù ha scelto la strada dell’abbassamento e dell’umiliazione, ha scelto la croce. Non ha voluto imporre la croce agli altri. Il potere politico fin da Costantino ha cercato invece di usare il cristianesimo a fini di potere: Costantino ha pensato “in hoc signo vinces”. Ha pensato che la croce è un segno che permette la vittoria sugli altri, che permette la loro distruzione.

Vi sono due idee di cristianesimo opposte l’una all’altra: la prima vede l’identità cristiana nella capacità di comprendere e accogliere ogni altra identità, mostrando l’amore universale di Dio e insegna - con Gesù - l’amore dei nemici. La seconda vede il cristianesimo come un segno identitario CONTRO gli altri, che differenzia dagli altri e che insegna a difendersi dagli altri.
Temo che oggi molti di coloro che vogliono le croci nelle scuole vogliano un’identità “contro” gli altri. Il loro parlare della croce come un simbolo culturale universale sembra una finzione e una tattica.

    La storia dell’uso di questo simbolo dovrebbe in segnarci qualcosa. La croce è diventata simbolo prevalente di Gesù soprattutto nell’Occidente latino per influsso francescano. Il francescanesimo originario voleva mettere al centro dell’identità cristiana la necessità dell’autoumiliazione come imitazione di Gesù.
    Agli inizi del cristianesimo la croce subita da Gesù rimase a lungo un segno di infamia. Per questo Paolo predicava Cristo crocifisso: perché solo se si è sconfitti con infamia, si può risorgere. Ma col tempo il simbolo della croce assunse significati diversi. Credo che la conoscenza degli studi storici esistenti ci farebbe bene. Boris Ulianich, antico professore di Storia del Cristianesimo a Napoli ha curato tre grossi volumi sulla storia del simbolo della croce in duemila anni di storia.