Il lenzuolo del cadavere di Gesù nei più antichi testi cristiani

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- Forse la Chiesa Cattolica di oggi, che ha sposato con cosìgrande entusiasmo il culto a Padre Pio, vuole promuovere un culto popolare cheabbia un oggetto più vicino al centro della fede cristiana: Gesù Cristo? 

- Forse si insiste sulla autenticità della sindone per avereuna prova della risurrezione di Gesù?

- Forse si vogliono mettere a tacere i dubbi che emergonodalla scienza e filosofia moderna mediante un fatto che appaia indubitabile al popolo e che perciòneutralizzi il dubbio delle coscienze critiche?

- Forse si considera un oggetto una prova di fede?

- Forse si crede che il sacro sia materializzabile inoggetti?

- Forse si vogliono riconquistare alla fede cattolica grandimasse di persone che non sono abituate al ragionamento critico, allameditazione, alla lettura della Bibbia, alla preghiera personale?

- Forse le gerarchie ecclesiastiche pensano che questepersone possono essere tenute all’interno della chiesa mediante forme di cultopiù o meno feticistiche, solo mediante una religiosità in cui il tatto, lavista, l’adorazione di materiali sacri costituiscono la via principe persuscitare l’adesione complessiva della persona?

2. I documenti per rispondere

            Hodeciso quindi di rivolgermi ai testi del primo cristianesimo per vedere

a. se in essi si parli della sindone; b. da quando sicomincia a parlare della sindone nel cristianesimo; c. se nel cristianesimoantico esistano forme di religiosità che possono accettare come tollerabile unculto come quello della sindone che oggi viene proposto.

            Quandoparlo di “sindone” intendo il pezzo di stoffa su cui sta impresso il volto diun uomo sdraiato supino e i segni del suo corpo fino ai piedi.

            IlVangelo di Marco (15,43-16,8) scrive:

Giuseppe d’Arimatèa,membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andòcoraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliòche fosse gia morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto datempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora,comprato un lenzuolo (sindôn), lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nellenzuolo(sindôn),lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un massocontro l’entrata del sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Iosesstavano ad osservare dove veniva deposto. Passato il sabato, Maria di Màgdala,Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamareGesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro allevar del sole. Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il massodall’ingresso del sepolcro?». Ma, guardando, videro che il masso era gia statorotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro ungiovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Maegli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso.E’ risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate, diteai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete,come vi ha detto».Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché eranopiene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.

 

Nel Vangelo di Marco quindi il cadavere di Gesù viene avvolto in unlenzuolo (sindôn) da Giuseppe diArimatea. Quando Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome vanno al sepolcro vedono solo «un giovane», sedutosul lato destro». Ma non sembra vedano nella tomba qualcos’altro, tanto meno unlenzuolo. Successivamente, il Vangelo di Marco non parla più della tomba. Quindi, secondo questovangelo, nessuno è andato nella tomba a ricuperare il lenzuolo in cui era statoavvolto il cadavere di Gesù per conservarlo.

Leggiamo anche il Vangelo di Luca (23,50-24,12):

C’era un uomo di nome Giuseppe, membro delsinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione eall’operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, easpettava il regno di Dio.

Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù.Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo (sindôn) e lo depose in unatomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Erail giorno della parascève e gia splendevano le luci del sabato. Le donne cheerano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono latomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro eprepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il ripososecondo il comandamento.  Il primogiorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con ségli aromi che avevano preparato.

Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro;ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.Mentre erano ancoraincerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosile donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro:«Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come viparlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figliodell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso erisuscitasse il terzo giorno».

Ed esse si ricordarono delle sue parole.  E, tornate dal sepolcro, annunziaronotutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Màgdala,Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme loraccontarono agli apostoli. Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento enon credettero ad esse. Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi videsolo i panni.E tornò a casa pieno di stupore per l’accaduto.

IlVangelo di Lucapresenta dunque un racconto in parte differente. Anche questo vangelo dice cheGiuseppe di Arimatea avvolse il cadavere di Gesù in un lenzuolo (sindôn). Il gruppo di donne che va al sepolcroè però in parte differente: sono Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo(non come in Marco:Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome). Le donne vedono non un sologiovane (come in Marco),ma «due uomini … in vesti sfolgoranti». Le donne non vedono altro. Non sembrano propriovedere panni o lenzuola. E’ Pietro che, accorso al sepolcro, non vede i duegiovani, ma dei panni (ta othonia).Si noti bene: non un lenzuolo, sindôn, ma - al plurale - panni o lenzuola (othonia). (Spesso othonia viene tradotto con la parola “bende”, maquesta traduzione  è contestabiledal punto di vista lessicale. Più che di bende si tratta di una stoffapiuttosto grande, che potremmo chiamare ‘panno’ o ‘lenzuolo’). Pietro sembranon avere intenzione di toccare alcunché. Si guarda bene dal toccare lelenzuola o prenderle con sè per conservarle. E’ strano che l’autore del Vangelodi Luca dapprima dicache Gesù è stato avvolto in una sindôn, lenzuolo, e poi dica che Pietro vede nella tomba non una sindôn (sindôn, in greco è un sostantivo femminile) madegli othonia.  Ha voluto differenziare gli oggettioppure solo le parole? Il significato del termine negli Atti degli apostoli (10,11; 11,5) appare chiaro: un othon è un panno che, se preso per i suoiquattro angoli, può contenere molti oggetti al suo interno. E quindi potrebbein sostanza significare lenzuolo, panno abbastanza grande. Gli Atti degliapostoli ai versetti10,11 e 11,5 usano il termine al singolare, perché si riferiscono ad un solo othon. Nella tomba di Gesù, Pietro vede invecedegli othonia, cioèalmeno più di un lenzuolo o panno.

Su questi panni, stando al vangelo di Luca,Pietro non vede alcuna immagine di Gesù impressa! La presenza di questi panni o lenzuolaserve al racconto solo per dire che il corpo di Gesù non è più nello stato incui era prima. Non è più avvolto da panni funerari. Il testo fa capire cheil corpo di Gesù non è più nelle lenzuola, non che sulle lenzuola si sia impresso il volto e il corpodi Gesù che era contenuto in esse! L’assenza di ogni immagine di Gesù sullelenzuola (oltre al fatto che si tratta di lenzuola al plurale) mi sembra tolgaogni possibilità di identificazione tra la sindone di Torino e le lenzuolamenzionate dal Vangelo di Luca.

IlVangelo di Luca poinon parla più di questi panni o lenzuola né dice che qualcuno le abbia prese.Gli specialisti dicono che gli Atti degli Apostoli è un’opera scritta dallo stesso autoredel Vangelo di Luca.Ebbene: negli Atti degli Apostolinon si parla più né del lenzuolo, né dei panni che avevano avvolto il cadaveredi Gesù secondo il Vangelo di Luca.Il disinteresse per questo argomento è totale.

Il Vangelo di Matteo(27,57- 28,8) scrive invece:

Venuta la sera giunse unuomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche luidiscepolo di Gesù.  Egli andò daPilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosseconsegnato. Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in lenzuolo puro (sindonikathara)e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia;rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì,davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria. Il giorno seguente,quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e ifarisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentreera vivo: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcrofino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poidicano al popolo: E` risuscitato dai morti. Così quest'ultima impostura sarebbepeggiore della prima!».  Pilatodisse loro: «Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete».  Ed essi andarono e assicurarono ilsepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia. Passato il sabato,all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Mariaandarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelodel Signore, sceso dal  cielo, siaccostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto eracome la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento cheebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l'angelo disse alle donne:«Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. E`risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto,andate a dire ai suoi discepoli: E` risuscitato dai morti, e ora vi precede inGalilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto». Abbandonato in fretta ilsepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoidiscepoli.

 

Qui ilracconto è sostanzialmente diverso da quello di Luca: si parla di una riunione di autoritàreligiose e politiche che fanno sigillare il sepolcro di Gesù e lo fannosorvegliare da armati. Un angelo scende dal cielo. La discesa è accompagnata daun terremoto. L’angelo apre il sepolcro alla presenza sia dei soldati sia di«Maria di Màgdala e l'altra Maria». Esse vedono solo un angelo (non due come inLuca) e assistonoall’apertura del sepolcro (mentre in Marco il sepolcro era già aperto).             SoloMatteo parla della presenza dei soldati e delle donne all’apertura del sepolcroda parte di un angelo.

            Èimportante il fatto che le donne non entrano nel sepolcro e che in esso nonentri nessuno dei discepoli. Pietro quindi, secondo il Vangelo di Matteo, non vede alcun lenzuolo abbandonatonella tomba come invece raccontava Luca.

           

            Infine,il quarto vangelo contenuto nel canone del Nuovo testamento, quello detto di Giovanni (19,38 - 20,10) scrive abbastanzadiversamente dagli altri. Non è solo Giuseppe di Arimatea che si fa dare ilcadavere di Gesù da Pilato, ma anche Nicodemo. Ambedue avvolgono il cadavere diGesù, ma non in una sindôn,bensi - al plurale - in othoniois.Per giunta, il Vangelo di Marcosostiene che «passato il sabato, Maria di Màgdala,Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamareGesù» e così pure dice Luca:«il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba,portando con sé gli aromi che avevano preparato» . Giovanni invece pensa che ilcadavere di Gesù sia stato già profumato e unto da Giuseppe di Arimatea e Nicodemo. In Giovanni è solo Maria Maddalena che va alsepolcro e non altre donne come in Marco, in Lucae Matteo. QuandoMaria di Magdala arriva, il sepolcro è già aperto (come in Marco e non ancorachiuso come in Matteo):

Dopo questi fatti, Giuseppe d’Arimatèa, che eradiscepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato diprendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese ilcorpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato dalui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre.Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in panni (othonia) insieme con oliaromatici, com’è usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era statocrocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel qualenessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo dellaPreparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino. Nel giorno dopo ilsabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancorabuio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora eandò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disseloro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hannoposto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono alsepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più velocedi Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide i panni (othonia) per terra, ma non entrò. Giunseintanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide ipanni (othonia)  per terra, e il sudario (soudarion), che gli era statoposto sul capo, non per terra con i panni (othoniôn), ma piegato in unluogo a parte.Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, evide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che eglicioè doveva risuscitare dai morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovoa casa.

 

Insostanza, il Vangelo di Giovanniè coerente nell’affermare che il cadavere di Gesù fosse stato avvolto inlenzuola al plurale (othonia).Aggiunge che nella tomba c’era anche piegata a parte un soudarion he «era stato posto sul capo» di Gesù. Èinteressante che il Vangelo di Giovanni quando parla al capitolo 11,44 delle fasciature delcadavere di Lazzaro menziona delle keiriai (bende che sarebbero sulle mani e suoi piedi) e non degli othonia (panni grandi o lenzuola).

Sia le lenzuola che il soudarion sarebbero stati visti sia da Pietro siadal discepolo amato e da nessun altro. Nessuno dei due, però, si badi bene,portò via lenzuola e sudario.

Anche in questo caso la descrizione,puntigliosa, di Giovanninon dice affatto che il volto e il corpo di Gesù fossero impressi sullelenzuola e /o sul soudarion.Una cosa simile non avrebbe potuto sfuggire al loro sguardo. Secondo ilracconto il soudarionera accuramente ripiegato e posto in un luogo diverso rispetto alle lenzuola,Ciò significa che, secondo l’autore del testo, il discepolo amato ha guardatoaccuratamente questi panni. Su di essi, evidentemente, non vi era alcun segnodell’immagine di Gesù.  Quindianche questo testo porta ad escludere che la sindone di Torino coincida conquella di cui parla il Vangelo di Giovanni.

 

Il Vangelo di Giovanni è di estrema importanza nel nostrocontesto. Mi riferisco alla scena in cui Gesù, ormai risuscitato, appare per laterza volta:

 

Otto giorni dopo idiscepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, aporte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse aTommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, emettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». RisposeTommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, haicreduto: beati i non vedenti (mê idontes) e credenti!» (Gv 20, 26-29).

Tommaso ha bisogno di rendersi conto che il corpo che gliappare come vivo sia veramente il corpo ucciso di Gesù e perciò vuole toccarele ferita inferta dalla lancia sul costato. Il problema è il seguente: come sifa a credere se non si vede e non si constata personalmente che il corpo mortodi Gesù sia stato veramente risuscitato. La risposta è chiara:

Gesùgli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati i non vedenti (mêidontes) e credenti!» (cioè: beaticoloro che credono pur non vedendo).

 

Alla fede non importa la vista e tanto meno il tatto (ilmettere la mano sulla ferita per constatare che veramente che si tratta di uncorpo che è stato ferito ed ucciso). Alla fede si deve arrivare senza la vistae il tatto: «beati quelli che pur non vedendo credono». Se i discepoli avesseroposseduto il lenzuolo in cui il cadavere di Gesù era stato avvolto nel qualel’immagine del volto e del corpo ferito fosse stato impresso, sarebbe stato perloro molto facile affermare: per credere basta vedere il lenzuolo. Oppure: seavessero pensato che la fede si basa sulla vista e sul tatto avrebbero fattoricorso a questo lenzuolo (se lo avessero posseduto).

            Mail testo mostra chiaramente: (1) che non avevano alcun lenzuolo e (2) che nonpensavano affatto che l’immagine del corpo di Gesù fosse rimasta impressa su unlenzuolo e (3) soprattutto non pensavano affatto che un lenzuolo con l’immaginedel corpo morto di Gesù servisse a fondare la fede.

            Dipiù. Al capitolo 4 (vv. 19-24) il Vangelo di Giovanni afferma:

«Credimi,donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemmeadorerete il Padre. … Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veriadoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca taliadoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito everità».

 

La fede e il vero culto a Dio non consiste nell’adorare Dioin un luogo e tanto meno in un oggetto. Non ha bisogno di oggetti, templi eluoghi. È un culto interiore che avviene nello Spirito e tramite lo Spirito. Ilcontatto con Gesù, ritenuto assolutamente necessario per il Vangelo diGiovanni (“senza di me non potete farenulla»; «io sono la vite e voi i tralci»), implica un contatto interioretramite lo Spirito di Gesù con Dio stesso. Nulla è più lontano dalla religionedel Vangelo di Giovanni di unareligiosità che valorizza un oggetto come la sindone.

            Illenzuolo del cadavere di Gesù non serve, non lo si conserva, non lo si mostra enon lo si propone come oggetto utile per la fede perché la fede consiste in unapresenza dello Spirito nell’interiorità dell’uomo, in un culto in spirito everità che non ha bisogno di luoghi. Laddove c’è bisogno di spostarsi pertrovare il sacro, ebbene lì non c’è l’adorazione in spirito e verità: «Credimi,donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemmeadorerete il Padre».

            Dipiù: è stato più volte sottolineata da parte dei commentatori del Vangelo diGiovanni quale sia la natura della ‘fede’del discepolo amato che entra nel sepolcro e constata che nelle lenzuola e nel soudarion non c’è più il corpo di Gesù. Il racconto dice cheegli «vide e credette» e questo è detto solo di lui. «Il discepolo amatoperviene alla fede perfetta. Egli non solo credette senza avere visto Gesù(risorto), ma non ebbe neppure bisogno dell’aiuto delle Scritture» ebraiche lequali rettamente interpretate condurrebbero alla certezza che Gesù «dovevarisuscitare dai morti» (Gv 20, 8) (commneto di R.E.Brown). Anche questo mostraquanto sia estranea al mondo religioso del Vangelo di Giovanni una spiritualità che dà rilievo religioso allacontemplazione di un lenzuolo su cui sarebbe impresso il volto e il corpo diGesù.

            Sipotrebbe infine aggiungere che i diversi commenti al Vangelo di Giovanni scritti nella chiesa antica, per secoli, quandohanno commentato i passi del capitolo 20 in cui si parla delle lenzuola delcadavere di Gesù, mai hanno fatto cenno all’esistenza di un lenzuolo conl’immagine impressa del volto e del corpo di Gesù.

3. Cosa è credere per il cristianesimo primitivo

 

Un parte rilevante della fede del primissimo cristianesimo èespressa da un testo che forse riflette addirittura una formula di fede, unadelle più antiche :

Vi rendo noto, fratelli,il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restatesaldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella formain cui ve l’ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! Vi ho trasmessodunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per inostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzogiorno secondo le Scritture (1 Cor 15, 1-5).

 

 

Il testo ètratto dalla Prima lettera ai Corinzi di Paolo che è stata scritta all’incirca nella prima metàdegli anni Cinquanta del primo secolo. Paolo afferma che la fede consiste nelcredere in Gesù Cristo, morto per salvare gli uomini dai loro peccati, e nellasua risurrezione. Il credere comporta un’adesione interiore, una disposizionead accettare il perdono offerto da Dio mediante la morte e risurrezione diCristo, un perdono rivolto soprattutto ai peccatori mentre sono ancorapeccatori, e indipendentemente dalle loro opere. Dio salva l’uomo, medianteCristo, quando l’uomo gli è ancora nemico (Lettera ai Romani cap. 5). Nessun oggetto sacro hafunzione alcuna nella fede protocristiana, nessuna forma di pellegrinaggio, divenerazione o contemplazione di immagini. La certezza della risurrezione è datadallo Spirito Santo che grida nel cuore stesso dell’uomo e gli permette diinvocarlo con il nome intimo e diretto di Abba.

            L’immaginedi Cristo, secondo Paolo nella Seconda lettera ai Corinzi (2 Cor 3,17-18) è solo la parola delvangelo (non qualcosa di impresso su un pezzo di stoffa). Quando il vangeloviene predicato, si imprime nel cuore dell’uomo l’immagine di Cristo il quale èimmagine di Dio e perciò, mediante lo Spirito santo che si inserisce nel cuoredell’uomo, il singolo uomo è trasformato in immagine di Cristo e quindi inimmagine di Dio, restaurando in qualche modo la situazione umana originaria incui l’uomo era stato creato ad immagine di Dio:

 

«Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spiritodel Signore c'è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in unospecchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesimaimmagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore».

 

Ilcristianesimo primitivo non aveva bisogno alcuno di un lenzuolo con un’immaginedi Cristo impressa. Il bisogno di statue, di oggetti e immagini sacre erainvece caratteristico della religiosità cosiddetta “pagana” di allora. Anche sei cosiddetti pagani sapevano bene che le loro statue non coincidevano con ladivinità che rappresentavano.

            Ilcristianesimo primitivo era una religione della parola e dello spirito. Noncreò mai oggetti in cui trovare materializzata la propria fede. L’unica formadi materializzazione creata dal cristianesimo primitivo furono testi, ma solocome espressione di una Parola trascendente e non materializzabile, se non nelcontatto mistico tra uomo o donna e Dio.

            Ancoraun punto: gli Atti degli apostoli diconoche la gente, colpita dalle capacità taumaturgiche di Paolo, poneva sul corpodi Paolo dei panni (chiamati soudaria o simikinthia) e poi lideponeva sulla pelle di malati per provocarne la guarigione. Quindi gli Attidegli Apostoli conoscono un tipo direligiosità miracolistica e non la condannano, anzi la mostrano per evidenziareil potere taumaturgico che Dio concedeva agli apostoli. La chiesa primitivadunque, in alcuni suoi settori usava o non era contraria all’uso di panni sacriper compiere guarigioni. Ma non abbiamo alcuna traccia del fatto che venisseusato a questo scopo alcun panno mortuario adoperato per seppellire Gesù cheavesse per di più la sua immagine impressa. Cosa che sarebbe probabilmenteavvenuto se questi panni fossero stati in possesso di qualche cristiano. Ilfatto è che del possesso, conservazione o uso qualsivoglia dei panni adoperatiper seppellire Gesù non c’è alcuna traccia nel primo cristianesimo.

 

 

4. Altritesti del primo cristianesimo

 

            Prendiamoin esame anche altri testi non canonici. Il Vangelo secondo gli Ebrei (forse databile agli inizi del II secolo) , in un brano che conosciamo in traduzione latinasolo grazie ad una citazione di Girolamo (Uomini illustri II, 11-13), dice addirittura che Gesù, una voltarisuscitato, consegna il lenzuolo (forse quello in cui era stato avvolto il suocadavere) al servo del sommo sacerdote:

IlVangelo che si chiama secondo gli Ebrei e che è stato da me recentementetradotto in lingua greca e latina e che anche Origene usa spesso, dopo larisurrezione del Signore riporta: “Il Signore poi dopo avere dato il lenzuolo(in latino: sindonem) al servo delsacerdote andò da Giacomo e gli apparve (Giacomo aveva infatti giurato che nonavrebbe mangiato pane dal momento in cui aveva bevuto la coppa del Signore efinché non lo avesse visto risorgere da coloro che dormono) e di nuovo, pocodopo, “portate, disse il Signore, mensa e pane” e subito si aggiunge “prese ilpane, lo benedisse, lo spezzò, e lo diede a Giacomo il giusto, e gli disse: “Fratello mio, mangia il tuo pane, poiché il figlio dell’uomo è risorto dacoloro che dormono”.

 

 

Qui mi sembra chiaro che il Vangelo degli Ebrei vuole sostenere che le autorità ebraiche sacerdotaliavevano avuto la possibilità di credere alla risurrezione di Gesù perché Gesùstesso avrebbe lasciato al servo del sommo sacerdote il lenzuolo mortuario incui era stato avvolto. Che si tratti di leggenda è ovvio. In ogni caso, anchequi l’argomento decisivo è che in questo leggendario lenzuolo non si diceesserci stata in alcun modo un’immagine impressa del volto e del corpo di Gesù.E Girolamo, che trasmette questo testo, non sa evidentemente nulla di unlenzuolo con l’immagine di Gesù impressa. Ed egli scrive nel V secolo (muorenel  419/420 circa). Non si puòneppure utilizzare questo testo con il metodo orrendo di Dan Brown usato allarovescia. Per sostenere senza alcun fondamento che qualcuno avrebbe ritrovato poimillenni dopo il lenzuolo dato al Sommo sacerdote.

            Ancheil Vangelo di Pietro (forse del Isecolo, almeno nelle sue fasi redazionali più antiche) dice che Giuseppe [diArimatea] lavò il cadavere di Gesù e “lo avvolse in un lenzuolo». Come delresto anche gli Atti di Tommaso(157,2) e la Vita di Gesù in arabo(49,3) la quale specifica che quel lenzuolo era stato profumato «di mirra […]Era la mirra che i Magi avevano donato a Gesù alla sua nascita e che Mariaaveva conservato fino a quel momento». Negli Atti di Filippo 37 [143], Filippo raccomanda di seppellire il propriocadavere avvolto in bende di carta di Siria e non con un «lenzuolo di lino,perché ne è stato messo uno sul corpo del signore».

            NelVangelo di Nicodemo Gesù, dopo essererisorto, conduce Giuseppe di Arimatea alla propria tomba, nella quale Giuseppe,come prova della risurrezione vede «il lenzuolo» (15,6). Questo testo sembra sviluppare il raccontoleggendario di cui abbiamo attestazione nella Vita di Gesù in arabo con l’ulteriore dettaglio della visita di Giuseppealla tomba  durante la quale eglivedrebbe il lenzuolo.

            NegliAtti di Taddeo (forse redatti nel VIIsecolo sotto il regno di Heraclio, 614-641), si dice che Anania era statoinviato dal re Abgar affinché verificasse con cura «l’aspetto del Cristo»(2,10). Anania quindi parte e va da Gesù, portandogli una lettera di Abgar.Durante l’incontro, Gesù si lava la faccia e si asciuga il volto con  «un panno di lino piegato in quattro».Miracolosamente, «la sua immagine rimase impressa sul tessuto del lino fine.Egli lo diede ad Anania» (3,1-4) in modo che Abgar potesse vedere il suo volto.E’ quindi chiaro che l’idea di una riproduzione del volto di Gesù su un pannodi lino è attestata nel VII secolo d.C. (data probabile di composizione diquesto testo), ma  si tratta di unpanno che riproduce il volto di Gesù vivo. Non si tratta affatto del cadavere. Nessuna connessione col panno dilino in cui secondo il Vangelo di Giovanni (20,7), era avvolta la testa o volto di Gesù cadavere e tantomeno illenzuolo con l’impronta del volto e di tutto il corpo.

            Ancora:gli studi sull’iconografia del volto di Gesù hanno appurato che esistono almenodue  immagini del volto di Gesùnella chiesa antica: una con la barba l’altra senza. Il Gesù della sindone diTorino ha la barba. È quindi più che ovvio che tutte le immagini cristianeantiche in cui Gesù appare senza barba dimostrano che la sindone di Torino nonera conosciuta. 

            Sipuò infine aggiungere che nel momento in cui si cominciarono a cercare nellaTerra di Israele “reliquie” di Gesù e del primissimo cristianesimo, cioè conCostantino e sua madre, non solo non si trovò alcuna “sindone”, ma neppurevenne mai in mente di cercarla o di costruirla, tanto era fuori dalla logicadella religione cristiana di allora.

 

4. Conclusioni

            Alcunitesti del primissimo cristianesimo dicono che alcuni discepoli, e cioè Pietro eil discepolo amato, videro il lenzuolo o le lenzuola nel sepolcro di Gesù, manon c’è alcun motivo per supporre che su di essi vi fosse impressa l’immaginedel volto di Gesù o tracce del suo corpo.

            Nessunodei Vangeli e nessuno dei testi cristiani prodotti nel I secolo dice chequalcuno dei discepoli di Gesù andò nella tomba di Gesù a ricuperare illenzuolo in cui egli era stato avvolto.             Nessuntesto delle origini cristiane ci dice che qualche cristiano andasse allaricerca di questo lenzuolo.

            Nessuntesto delle origini cristiane ci dice che i cristiani delle originiconservassero da qualche parte questo lenzuolo.

            Nessunteso delle origini cristiane ci dice che i cristiani usassero, per scopireligiosi, o per qualsiasi altro scopo, un lenzuolo con l’immagine del volto edel corpo di Gesù.

            Unculto, una venerazione o anche una qualche attenzione religiosa al lenzuolo oai panni in cui fu avvolto il cadavere di Gesù risulta del tutto assente dallaspiritualità cristiana almeno nei primi ccinque secoli, quelli in cui ilcristianesimo si è formato pienamente dal punto di vista spirituale,istituzionale e dogmatico. Per tutti questi motivi, l’uso attuale che la chiesacattolica permette e promuove della “sindone” a scopi religiosi mi sembracontrario alla religione del cristianesimo primitivo e al suo spirito.

            Idiscepoli storici di Gesù dopo la sua morte non ebbero bisogno della sindone,non ne ebbe bisogno la chiesa antica. Oggi non ce n’è bisogno per la fedecristiana. Ma, allora, a cosa serve la sindone? Che tipo di religione esprime osuggerisce alle folle, ai credenti e ai non credenti? Perché non torniamo aGesù?