8 richieste ai monoteismi
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 - Pubblicato Venerdì, 21 Settembre 2012 10:49
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Dall'articolo di A.Destro e M.Pesce, "A proposito dei monoteismi", in Annali di Storia dell'Esegesi 25/1 (2008) 73-78: 4. Conclusione pratica.
 Proponiamo qui una lista di cambiamenti desiderabili  da proporre semplicemente ai membri delle religioni monoteistiche.
 1.    Accettare di essere delle libere associazioni religiose entro organizzazioni statali non religiose e non pretendere all’interno dello Stato maggiori privilegi o diritti di altre organizzazioni religiose o non religiose.
 2.    Accettare che i credenti e le organizzazioni religiose, anche quelle centrali, abbiano gli stessi diritti degli atei, dei non credenti e degli agnostici e delle loro organizzazioni. Riconoscere che ateismo, non credenza e agnosticismo non sono atteggiamenti offensivi delle religioni. 
 3.    Accettare che un comportamento etico è possibile anche senza alcun fondamento religioso.
 4.    Rispettare l’autodefinizione delle altre religioni e la loro identità, senza pretendere di comprenderla meglio di loro. In particolare, i cristiani dovrebbero rinunciare alla pretesa che il vero senso religioso della Bibbia ebraica sia un senso cristiano. I musulmani dovrebbero smettere di pretendere che il vero messaggio di Gesù sia contenuto nel Corano e non nei Vangeli e negli scritti cristiani.
 5.    Riconoscere che è più importante la libertà di coscienza dell’individuo che l’obbedienza ad una pretesa verità assoluta definita da autorità religiose o da testi sacri. 
 6.    Riconoscere la legittimità all’interno di ogni Stato della critica pubblica ai testi sacri della propria religione e ai pretesi fondamenti divini delle proprie tradizioni.
 7.    Sviluppare una accurata autocritica dei comportamenti intolleranti praticati dalla propria religione verso le altre religioni e verso i non credenti.
 8.    Riconoscere ai propri correligionari il diritto di abbandonare la religione o di convertirsi ad altre religioni (la cosiddetta apostasia), senza mettere in atto persecuzioni e discriminazioni.
 La pratica di questi principi garantirebbe forse la convivenza pacifica di ciascuna religione con le altre e con coloro che non appartengono ad alcuna religione, i quali in alcuni casi rappresentano  la maggioranza della popolazione.