Il racconto e la Scrittura pagine conclusive

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Adriana Destro e Mauro Pesce.

Il racconto e la Scrittura, Introduzione alla lettura dei vangeli,

Carocci, 2014

Dalla conclusione di pp. 134-136:

In primo luogo, quanto meno le considerazioni dell’antropologia dello spazio (Tim Ingold, Marc Augé), della sociologia dello spazio (Maurice Halbwachs) e degli studi su ambienti urbanistici (Kevin Lynch) mettono in luce che la collocazione dell’attività di Gesù in certi luoghi – sia nelle prime narrazioni sia nella scrittura dei primi testi dei seguaci di Gesù – è un elemento intrinseco e necessario che riflette l’ambiente dei tradenti, degli scriventi e le loro mappe mentali.

In secondo luogo, la diversità degli scenari spaziali dei vangeli può essere spiegato con una dipendenza dalle tante dislocazioni dei gruppi e soggetti che hanno raccontato e trasmesso le informazioni su cui ciascuno di essi si basa. Può però essere spiegato anche con l’appartenenza degli scriventi stessi a diversi gruppi di Gesù e alle loro diverse progettualità. Non dipende quindi soltanto da un’intenzione e creazione arbitraria, di tipo puramente letterario61.

In sintesi, sulla doppia base a) delle localizzazioni che emergono dai racconti di apparizione di Gesù e b) dalle diverse collocazioni presenti nei quattro vangeli è possibile tracciare un quadro ipotetico della presenza di gruppi di seguaci di Gesù nella Terra di Israele e nei territori adiacenti, per gli anni immediatamente seguenti alla morte di Gesù.

Sulla base di Marco si può immaginare l’esistenza di: 1. una serie di gruppi situati nei villaggi nelle zone di Tiro e forse anche di Sidone e dell’alta Galilea (vicino a Cesarea di Filippo); 2. una serie di gruppi situati in Galilea ad est, ovest e nord del lago di Galilea: Cafarnao, Gennesaret, Dalmanuta, Gerasa/Gadara.

Sulla base di Matteo si individuano: 3. gruppi situati in Siria ad oriente di Tiro e Sidone; 4. gruppi a nord-est della Galilea; 5. gruppi nei territori a est del Giordano

Sulla base di Luca, dei suoi materiali speciali (e degli Atti degli Aposto­li) si può parlare di: 6. un gruppo situato a Gerusalemme e gruppi situati in diverse città della costa mediterranea della Giudea; 7. alcuni gruppi in Samaria e ad Antiochia.

Sulla base di Giovanni ci si può riferire a: 8. un gruppo gerosolimitano diverso da quello su cui si basa Luca; 9. gruppi in Galilea a Cana e Tibe­riade; 10. gruppi di seguaci di Gesù nella Giudea attorno a Gerusalemme e anche a nord (Efraim, Ennon); 11. gruppi al di là del Giordano (la Perea del sud): Betania e altri luoghi; 12. gruppi in Samaria (Sicar); 13. gruppi in­sediati nei luoghi in cui si era svolta l’attività del Battezzatore soprattutto al di là del Giordano.

Questi diversi gruppi di seguaci di Gesù non costituivano certamente un’unità coesa. Non corrispondono a una supposta, implicita, vasta en­tità che sarebbe la Chiesa o il cristianesimo: erano semplicemente gruppi giudaici all’interno della società giudaica, caratterizzati da varie tendenze di base e da varie esperienze rispetto al messaggio di Gesù. La loro presen­za e distribuzione offrono una visione utile e realistica dei primi passi del movimento post-gesuano. Dato che non esiste uomo senza spazio, senza una organizzazione mentale e pratica dei luoghi che inventa e utilizza, le strategie di localizzazione diventano un indice ineliminabile per compren­dere meglio la situazione che i seguaci di Gesù si trovano ad affrontare nel periodo successivo alla sua morte.

In conclusione, i metodi di analisi vanno sempre aggiornati e noi abbiamo cercato di farlo. Crediamo che le prospettive indicate permettano di ri­costruire la ricchezza di molti processi di trasmissione delle informazioni su Gesù che sono stati spesso ignorati o sottovalutati. L’immagine che ne deriva è quella di una molteplicità di gruppi post-gesuani diversi fra loro e localizzati in diverse parti della Terra di Israele del i secolo, la quale non può essere ricomposta in unità. Ciò fa anche comprendere la pluralità che caratterizza successivamente la storia cristiana antica.

Attraverso la lettura critica dei vangeli è infine possibile mostrare me­glio la concretezza e la singolarità delle vicenda di Gesù, e restituire più vividamente la sua figura storica.