Il libro dell'ebreo Joseph Salvador su Gesù (1838)

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Il libro di Joseph Salvador, ebreo, su Gesù (1838).  J.Salvador, Jésus-Christ et sa doctrine. Histoire de la naissance de l'Église, de son organisation et de ses origines pendant le premier siècle. 2 voll., Bruxelles, Société belge de Librarie Hauman et Compagnie, 1838.

Gli ebrei sono intervenuti varie volte dalla fine del XVI a tutto il XVIII secolo sulla figura di Gesù scrivendone in molti modi. E tuttavia mi è capitato di leggere da poco un saggio che affermava che il primo libro scritto da un ebreo su Gesù sarebbe quello di Joseph Klausner del 1922. Nella sua opera Histoire des Institutions de Moise et du Peuple Hébreu. Deuxième édition, suivie de l'éxamen du Procès de Jésus, in 4 volumi, Bruxelles, Louis Hauman et Compagnie, 1829-1830, Joseph Salvador, ebreo, aveva introdotto alle pp. 81-92 del secondo volume (1829) un capitoletto dal titolo "Jugement et Condamnation de Jésus" all'interno di un capitolo sulle leggi penali ebraiche e l'amministrazione della giustizia. Il dibattito relativo è pubblicato in appendice al quarto volume (pp. 137-210). Qui presento molto sinteticamente solo il contenuto del libro di Salvador su Gesù pubblicato in francese del 1838.[1] Il libro inizia con una lunga ricostruzione del contesto storico generale e giudaico in cui Gesù nasce (I, 29-137). La vita di Gesù è descritta a partire dalla nascita (pp. 154-184), poi segue l'incontro, fondamentale per Gesù (pp. 138-210),  con Giovanni battista concepito come fondatore di una scuola nuova nel giudaismo, influenzata sia da essenismo che da fariseismo (p. 192). Segue poi una trattazione dei miracoli di Gesù, del suo spirito di proselitismo, la scelta degli apostoli e la fine del Battista. Alla morale di Gesù sono dedicate le pp. 293-341. Fondamentale è il cap. VII sulla formazione del "nuovo dogma" del regno di Dio e del movimento "risurrezionista" nel quale la morte è un passaggio necessario. Fondamentale anche il cap. IX sullo spirito della passione. All'eucaristia, morte e risurrezione di Gesù sono dedicate le pp. 114-161.  Nel libro terzo, Salvador descrive poi l'établissement de l'Église. Una prima sezione è dedicata a "Pietro e i nazareni" (pp. 167-205), seguita da una lunga trattazione su Paolo (pp. 206-308) che rappresenta la seconda fase della dottrina cristiana (p. 218), per finire con gli scritti giovannei che rappresentano "l'ultima fase  della formazione della dottrina cristiana" (p. 309). Il volume è ricco di excursus storici e esegetici e da approfondimenti in Appendice. Salvador mostra una buona conoscenza delle fonti neotestamentarie e antico-cristiane in genere compresi gli apocrifi, della letteratura giudeo-ellenistica e in particolare di Flavio Giuseppe e della letteratura rabbinica, a volte filtrata da Maimonide, e della letteratura romana storica e religiosa. Il Nuovo testamento è citato dalla Vulgata. Non sono strane nel suo contesto storico citazioni ancora da Bossuet e Voltaire. Non dirò di più, essendo mio scopo solo quello di attirare su quest'opera importante l'attenzione degli studiosi contribuendo ancora una volta a decostruire un po' l'immagine consueta che ripete il vecchio schema di A. Schweitzer.

 


[1] F. Sofia, "Gerusalemme tra Roma e Parigi: Joseph Salvador e le origini del cristianesimo", Annali di Storia dell'Esegesi 21 (2004) 645-662; G. Aragione, "La messianità di Gesù nella ricerca ebraica contemporanea. Stato della questione", Annali studi religiosi 2 (2001) 9-52, in particolare 14-15. Vedi anche il breve cenno che ne fa D. Jaffè, Jésus sous la plume des historiens juifs du xx siècle, Paris, Cerf, 2009;  S. Heschel, Abraham Geiger and Jewish Jesus, Chicago, Chicago University Press,  1998, 134; M. Hoffman, From Rebel to Rabbi. Reclaiming Jesus and the Making of Modern Jewish Culture, Standford, Standford University Press, 2007, 25-29.