Se il Gesù storico era un ebreo, i non ebrei possono credere in lui?
- Dettagli
- Categoria: Mauro Pesce risponde
- Pubblicato Lunedì, 17 Settembre 2012 12:07
- Visite: 4250
Condividi questo articolo
Domanda per Mauro Pesce:
Egregio Professore,
nutro profonda stima per Lei e il Suo lavoro. Ho letto Inchiesta su Gesùcon Corrado Augias e sto per ultimare L'Uomo Gesù con Adriana Destro. Premessoquindi che sono convinto della profondità dei Suoi studi certamente aventi basiscientifiche e non romanzesche come alcuni Suoi denigratori vorrebbero farcredere, vorrei porLe questa domanda da aspirante credente.
In considerazione del fatto che Gesù rimane ebreo osservante e profondamentelegato alla sua cultura e vocato al mutamento della società ebraica perintervento di Dio, noi, cioè io , Lei per esempio possiamo far parte di questodisegno salvifico e quali basi abbiamo per crederlo eventualmente o dobbiamorassegnarci al fatto che abbiamo a che fare con una storia esclusivamenteebraica che non ci coinvolge e che le chiese successive si siano appropriate diun "progetto di salvezza" universale che Gesù non ha mairivelato?
La ringrazio anticipatamente e Le invio i miei più cordiali saluti e auguri diBuon Natale.
Ugo Sociale
Mauro Pesce Risponde
Gentile Ugo Sociale,
grazie anzitutto per accettare di apparire con il Suo nome:credo che ci sia una certa malattia in Internet che consiste nel non rivelareil proprio nome e quindi poi esprimersi a volte in modo sguaiato e offensivo,riparandosi dietro l’anonimato.
Dunque, la Sua domanda è centralissima è straordinariamente rilevante.
Anzitutto, l’affermazione storica che Gesù era un ebreo cherimase tale e si rivolse solo alle pecore perdute della casa di Israele, comescrive il Vangelo di Matteo, non deveprovocare un senso di estraneità nei non-ebrei. Ha solo il significato direstituire il suo messaggio nella sua autenticità originaria evitando a noi diproiettare su di lui tutte le incrostazione che gli usi, la mentalità, lateologia cristiana gli ha inevitabilmente riversato addosso. La riscoperta delGesù storico ebreo è la condizione perché egli, proprio lui, possa parlareancora con la sua radicalità. È il primo passo, necessario, di un ritorno a Gesù.Ma la sua radicalità parla da sola e con forza , anche oggi, a chiunque lavoglia ascoltare.
Gesù, del resto, annunziava il Regno di Dio, e pensavaquindi al quinto regno previsto dal libro di Daniele: il regno finale in cuitutti i popoli si sarebbero sottomessi all’unico Dio. Quindi la sua idea diregno di Dio è l’idea di un regno universale, in cui i non ebrei sarebberoentrati quando Dio fosse finalmente venuto ad instaurare il suo regno. Gesù noninstaura il regno, lo annuncia, lo prepara e lo attende. Sarà Dio a instaurarela sua signoria anche sui non ebrei.Questa attesa di un regno finale universale è del resto già presente in diversipassi profetici della tradizione religiosa ebraica.
E vengo alla parte finale della Sua domanda: se “le chiesesuccessive si siano appropriate di un "progetto di salvezza" universale che Gesù” non avrebbe mai annunciato. In realtà, i discepolidi Gesù rimasero nell’attesa del regno di Dio. Ce lo mostrano i capitoli finalidel Vangelo di Marco (Mc 15,43), di Luca e l’inizio degli Atti degli Apostoli.Il Paolo storico è tutto nell’attesa dell’avvento del Regno di Dio. Ma certo,sembra proprio che Gesù non abbia previsto molti dei problemi che si sarebberoposti con una predicazione che non si limitava più agli ebrei. Le primecomunità diedero riposte diverse ai problemi che Gesù aveva lasciato insoluti(dobbiamo predicare ai non-ebrei, cosa dobbiamo esigere da loro? Quando verràil regno di Dio? Sarà un regno solo terreno? ….). Ma la ricchezza e complessità dell’azione e messaggiodi Gesù potevano essere interpretate in modi abbastanza diversi, ognuno deiquali percepiva magari solo un aspetto, trascurando ciò che Gesù non avrebbetrascurato.
Alcuni di questi problemi li affrontiamo in L’Uomo Gesù (Mondadori 2008) , alle pagine 105.124-127 e in unarticolo che ho messo in rete su questo sito “Il Gesù sstorico fondatore delCristianesimo?” in cui parto proprio dall’idea che il regno di Dio atteso daGesù sia il regno universale del libro di Daniele.