Gesù voleva morire per i peccati di Israele?
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- Categoria: Mauro Pesce risponde
- Pubblicato Lunedì, 17 Settembre 2012 12:09
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Domanda a MauroPesce:
La Stele Hazon Gabriel … al di là delle polemiche sul significatodell’ultimo rigo della seconda colonna, racconta la leggenda del messia"figlio di Giuseppe" che muore per "redimere i peccati diIsraele" nell’attesa della "venuta del regno di Dio".
E’ un testo con significato apocalittico in linea col pensiero di Gesù, e citaproprio dei passi dell’antico testamento che i cristiani interpretano in sensomessianico (il sogno di Daniele, Zaccaria…).
Sappiamo ancora che la figura del messia servo sofferente secondol'interpretazione messianica dei passi di Isaia, esisteva già prima di Cristo,per esempio negli inni di Hodayot, di Qumran. leggendo David C. Mitchell…..noto che lo studioso afferma che il messia figlio di Giuseppe ha gliattributi del servo sofferente, secondo la tradizione rabbinica.
Comunque Hazon Gabriel è un reperto ebreo, di quei luoghi, di quel periodo, etratta una leggenda che era già ben nota, pre-datandola a prima della nascitadi Cristo.
Come non vedere la relazione con Gesù?
Gesù conosceva dunque questa tradizione apocalittica antica?
Grazie Professore, Cordiali Saluti, Buon Anno
Mauro Pescerisponde
L’aspetto centrale nella sua domanda è se Gesù conoscevauna concezione ebraica a luiprecedente secondo la quale il messia muore per redimere i peccati di Israele.
Ilmio modo di porre la questione è soprattutto di domandarsi se Gesù abbia maipensato di morire per cancellare i peccati del popolo. Credo che ci sia unadifferenza radicale tra Gesù e la chiesa primitiva. Gesù annunciava l’avventoimminente del Regno di Dio (Vangelo di Marco 1,14-15). Annunciava cioè Dio: «[1.14] Dopo che Giovanni fuarrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva:[1.15] Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credeteal vangelo». La chiesa primitiva, adesempio con Paolo (Prima lettera ai Corinti 15,3-5), annunciava invece la mortedi Gesù che salva dai peccati e la sua risurrezione (“Cristo è mortoper i nostri peccati secondo le Scritture”).Nel libro L’uomo Gesù (Milano,2008) Adriana Destro e io abbiamo sostenuto che i vangeli sinottici pensavanoche Gesù si era aspettato una fine diversa da quella che invece dovette subire.
Inalcuni passi si racconta il desiderio di Gesù che gli sia evitato
ildramma di una morte violenta. È questo che egli chiede
aDio: «Allontana da me questo calice» (Lc 22,42). L’aspirazione
diGesù è però immediatamente subordinata alla volontà di Dio:
«Noncome voglio io, ma come tu [vuoi]». Il desiderio personale
èespresso per essere subito sconfessato, e l’espressione della sua
volontàè del tutto funzionale all’esaltazione della sua rinuncia.
Tuttala scena prende avvio dalla consapevolezza di Marco, Luca
eMatteo cheil desiderio/volontà di Gesù possa essere diverso
daquello di Dio. La drammaticità della scena dipende dall’implicito
contrastosu cui si gioca il rapporto di Gesù con Dio. Il
momentodrammatico si conclude in modo sublime: Gesù si
piegaal valore supremo della decisione di Dio.
Duevolontà opposte sono, dunque, al centro della narrazione.
Isinottici sembrano pensare che Gesù all’inizio avesse immaginato
un esito diverso della sua vicenda. E questofatto è di stra
ordinariaimportanza per l’interpretazione che i vangeli danno
dellavicenda di Gesù. Le parole della sua preghiera presuppongono
cheegli creda sia possibile una soluzione diversa da quella
dell’arrestoe della morte. «A te tutto è possibile: allontana da
mequesto calice» dice Gesù secondo Marco. Luca e Matteo gli
fannoeco.21 Gesù sembra quasiaugurarsi che l’onnipotenza
divinaabbia altre strade da indicargli. Alle infinite possibilità
di Dio si affidano le sue ultime drammatichesperanze. (pp.201-202).
Quindi- semmai - è più facile porre la domanda se la chiesa primitiva (non Gesù)abbia preso dall’ebraismo precedente o altrove una concezione sulla morteredentrice.
Quantoalla interessantissima iscrizione in ebraico, recentemente scoperta, io attendoche la ricerca internazionale abbia confermato la sua autenticità. E’ soloquestione di tempo.